In contrasto alla crisi del settore edilizio è ormai da alcuni mesi che ci siamo abituati a conoscere il nuovo Decreto Ecobonus 110, una particolare forma di agevolazione fiscale pensata per chi deve ristrutturare casa o fare specifici lavori che garantiscano la riqualificazione energetica di edifici che risultano essere poco performanti sotto questo punto di vista.
Si tratta di una detrazione del 110% sulle spese effettuate sui lavori di riqualificazione, una forma di agevolazione che consente di ottenere dei lavori pressochè a costo zero, ma che è stata oggetto continuo di modifiche, chiarimenti e migliorie, che ne hanno attualmente frenato la spinta propulsiva.
Dovrebbe a tutti gli effetti rappresentare un volano per l’intero settore e consentire lo svecchiamento di un patrimonio immobiliare che presenta almeno la metà degli attuali edifici con un età compresa tra i 40 ed i 50 anni di età, con tutte le pecche che case di questo tipo possono avere (pensiamo, per esempio, alla presenza pressochè nulla di efficaci piani di coibentazione degli edifici all’interno dei progetti di costruzione dell’epoca, aspetto sui quali oggi si presta molta più attenzione), ma per il momento siamo ancora lontani dall’obiettivo.
Secondo quanto comunicato dal Governo, il Decreto Ecobonus 110 è accessibile da:
- le persone fisiche che vivono in condominii
- in edifici composti da due a quattro unità immobiliari distintamente accatastate possedute da un unico proprietario o in comproprietà
- in edifici unifamiliari o in unità immobiliari site all’interno di edifici plurifamiliari che siano funzionalmente indipendenti e dispongano di uno o più accessi autonomi dall’esterno
Limitazioni nella richiesta dell’Ecobonus 110
Tra le limitazioni che più creano problematiche nell’accesso alla detrazione Ecobonus 110% consideriamo le seguenti:
- il miglioramento della classe energetica dell’abitazione, che deve essere pari almeno a due classi (o il raggiungimento di quella più elevata in assoluto, in caso di abitazioni già inserite nella classe A3), il tutto va ovviamente accertato con un’Ape (Attestazione di Prestazione Energetica) da parte di tecnici abilitati. Non tutti gli interventi presi singolarmente consentono di raggiungere l’obiettivo
- in tal senso bisogna considerare che si necessita di eseguire almeno uno degli interventi cosiddetti trainanti per poter poi richiedere realmente la detrazione al 110 (leggi quali sono sul sito dell’Agenzia delle Entrate)
- nella maggior parte dei casi sussistono dei vizi relativi ad abusi edilizi, spesso di lieve entità, ma che implicano comunque la necessità di effettuare una richiesta di sanatoria per poter ottenere il via libera all’accesso al 110% (pratica che richiede comunque tempo e che scoraggia i più ad andare avanti con la richiesta)
- esistono soprattutto dei vincoli minimi ambientali sui materiali stessi che vengono utilizzati durante la ristrutturazione, un modo per garantire che siano scelti solo quelli che, durante il loro ciclo di vita, vengono utilizzati nel rispetto e nella salvaguardia dell’ambiente (con particolare attenzione al loro smaltimento)
- ci sono, inoltre, anche dei problemi pratici che riguardano il mondo degli ingegneri, che nel lavorare con le pratiche sul 110% si ritrovano continuamente ad affrontare continue discordanze di interpretazione tra i vari decreti e Faq governative, che spesso modificano l’interpretazione e l’applicazione dell’Ecobonus 110% in maniera spesso radicale (fino a poco tempo fa le seconde case erano escluse, ora invece si è allargato anche a queste)
Quali detrazioni esistono, in alternativa all’Ecobonus 110
Come detto poco orsono, spesso i lavori da svolgere su strutture, abitazioni e facciate richiedono l’uso di materiali che non rientrano nell’agevolazione prevista con il Decreto Ecobonus 110, oppure non si arriva facilmente a ottenere il miglioramento di una o più classi energetiche.
Per tutti i casi in cui non è applicabile questa nuova agevolazione fiscale, quali sono le alternative?
Ecobonus 50-65% e 70-85%
Si può far riferimento all’Ecobonus classico, quello che è attualmente in vigore da prima dell’ideazione del 110 e che ha limitazioni nell’applicazione decisamente meno severe rispetto al 110.
Con il classico Ecobonus che viene attualmente rinnovato con l’annuale Legge di Bilancio si può arrivare a ottenere un risparmio fiscale variabile dal 50% al 65%, in base ai lavori da svolgere.
Sono previsti anche interventi attraverso i quali si può richiedere un sostegno variabile dal 70% all’85%, e riguardano le riqualificazioni condominiali, il miglioramento termico degli edifici, fino agli interventi di installazione dei pannelli solari, passando per la domotica.
Questo tipo di sostegno presenta una detrazione fiscale che può essere ottenuta attraverso 10 rate annuali di pari importo, quindi non come le attuali 5 rate previste con il nuovo 110, ma è possibile richiederlo molto più facilmente, grazie al minor numero di vincoli da considerare e rispettare.
Su quali lavori si può chiedere una detrazione fiscale Ecobonus
Su molti lavori di ristrutturazione di abitazioni e facciate si può fare domanda di adesione all’Ecobonus classico, che viene rinnovato ogni anno con la legge di bilancio e vi si può rientrare svolgendo, per esempio, uno di questi lavori:
- miglioramento delle condizioni termiche dell’edificio: sostituzione di pavimenti, installazione di finestre e infissi, coibentazione, misure volte a limitare la dispersione del calore
- aggiunta di nuovi pannelli solari
- lavori di sostituzione su vecchi impianti di riscaldamento
- applicazione di tecnologie di domotica per il controllo degli impianti da remoto
Uno degli interventi su cui è possibile chiedere l’Ecobonus tradizionale è considerato fondamentale per l’isolamento termico di un’abitazione: si tratta della coibentazione termica attraverso il riempimento dello spazio vuoto presente nelle intercapedini.
Per limitarne la dispersione di calore, si interviene isolando le singole pareti con l’iniezione di apposite schiume isolanti. Scegliere di isolare correttamente le intercapedini permette di evitare squilibri termici nell’abitazione, portando di conseguenza a un risparmio notevole sui consumi di riscaldamento.
Per questo genere di lavoro esistono anche materiali isolanti che hanno ottenuto il riconoscimento del rispetto dei Criteri Ambientali Minimi, ma con esso si può accedere facilmente anche al classico Ecobonus con detrazione al 50 o al 65%.
Sisma Bonus e Bonus Facciate
Oltre all’Ecobonus, si può risparmiare sulla ristrutturazione di una casa o una facciata con alcuni bonus aggiuntivi che si possono richiedere per ottenere agevolazioni fiscali. Sono stati infatti introdotti anche il sisma bonus e il bonus facciate.
Il Sisma Bonus 2021 fa riferimento a tutti quei lavori, su abitazioni e facciate, che aiutano a ridurre il rischio sismico generale della struttura. In base ad alcuni criteri si applica il Sisma Bonus 2021: la zona in cui si trova l’abitazione, il tipo di edificio e il rischio sismico effettivo. Con il Sisma Bonus si può richiedere una detrazione fiscale fino all’85%, da suddividere per 5 quote annuali.
Il Bonus Facciate 2021 invece si applica per lavori di recupero o restauro di facciate esterne di edifici, in questo caso la detrazione può arrivare al 90%. Sono incentivate con il Bonus Facciate 2021 anche le tinteggiature o le puliture di facciate e balconi esterni, ma vengono esclusi tutti i lavori che riguardano pareti interne, come per esempio gli spazi comuni condivisi all’interno di palazzine.