Le Borse di oggi, 5 settembre. Frenata dei servizi in Europa, mercati in calo. Country Garden evita il default

I dati deludenti arrivati dal pmi servizi cinese frenano le Borse in mattinata, con gli investitori preoccupati sullo stato di salute della principale economia asiatica. A peggiorare il quadro arrivano anche i dati deludenti arrivati dai pmi servizi delle maggiori economie europee, con il dato italiano sceso sotto quota 50. Le Borse si avvicinano così al finale di giornata tutte in negativo con l’eccezione di Milano.

Sempre sul fronte cinese, boccata di ossigeno per Country Garden, uno dei maggiori gruppi immobiliari cinesi, che secondo quanto riferito da Bloomberg ha portato a termine un rimborso per 22,5 milioni di dollari su due obbligazioni, scongiurando così un possibile default. Il gruppo, da tempo considerato finanziariamente solido, non era stato in grado di rimborsare gli interessi sui prestiti all’inizio di agosto, in un momento in cui il settore immobiliare sta vivendo una crisi senza precedenti in Cina.

Milano chiude in marginale rialzo, Ftse Mib +0,02%

Seduta di qualche frazione positiva per Piazza Affari: l’indice Ftse Mib ha concluso in aumento dello 0,02% a 28.652 punti. Migliore performance di giornata quella di Saipem (+2,62%), seguita da quelle di Leonardo (+2,13%), Pirelli (+1,9%) e Cnh Industrial (+1,59%). Tra le principali vendite invece Unicredit (-1,76%), seguita da Moncler (-1,69%), Diasorin (-1,41%) e Nexi (-1,36%).

Piazza Affari torna in positivo

Piaazza Affari annulla le perdite e passa in rialzo con il Ftse Mib che nel finale di seduta mostra un +0,17% a 28.690 punti. Restano invece tutte in calo le altre Borse europee

Il petrolio sfonda i 90 dollari, ai massimi da novembre

Il prezzo del Brent vola sopra la soglia dei 90 dollari sulla spinta dell’estensione, fino a fine anno, dei tagli alla produzione da parte di Russia e Arabia Saudita. Il greggio del Mare del Nord sale così dell’1,6% a 90,44 dollari al barile toccando i massimi dallo scorso novembre mentre il Wti del Texas avanza del 2% a 87,26

Wall Street apre debole

La borsa di Wall Street apre debole la seduta di oggi, la prima dopo la pausa per la festività del Labor Day. A pochi minuti dall’avvio delle contrattazioni, l’indice Dow Jones segna -0,05% a 34.820 punti. Il Nasdaq cede lo 0,32% e lo S&P 500 lo 0,22%.

Arm punta a valutazione da 52 miliardi di dollari

Potrebbe valere fino a 52 miliardi di dollari il produttore di chip Arm Holding, in procinto di quotarsi a Wall Street. La valutazione emerge da un nuovo file alla Sec, la Consob americana, in cui viene indicato che le azioni verranno collocate ad un prezzo compreso tra i 47 e i 51 dollari. Per la nipponica Softbank, proprietaria di Arm e che dopo l’ipo deterrà il 90,6% del capitale, si prospetta un incasso massimo di 4,87 miliardi. Una serie di cornerstone investor, tra cui Apple, Google, Intel e Nvidia, Samsung hanno manifestato interesse ad acquistare titoli per 735 milioni in quella che sarà la più grande Ipo dell’anno.

Le Borse europee riducono le perdite ma restano deboli

Le Borse europee riducono le perdite a metà seduta ma restano deboli. A luglio i prezzi alla produzione industriale sono scesi dello 0,5% nell’Eurozona e dello 0,6% nell’Ue rispetto al mese precedente. Dai dati pubblicati dall’Eurostat emerge che anche a giugno si era registrato un calo dei prezzi alla produzione dello 0,4% sia nell’Eurozona che nell’Ue. Rispetto a luglio del 2022 l’andamento dei prezzi industriali evidenzia un calo del 7,6% nell’Eurozona e del 6,6% in tutta l’Ue.

Le Borse peggiorano con la frenata dei servizi

Borse europee in rosso a metà mattina dopo che il dato finale degli indici Pmi dei servizi nell’eurozona ha evidenziato ad agosto una frenata più consistente di quanto era già emerso in prima lettura, confermando che il settore è entrato in una fase di contrazione. Milano e Londra cedono lo 0,6%, Francoforte lo 0,7% e Parigi l’1,1%, allineandosi alla chiusura negativa delle Borse asiatiche, preoccupate dal rallentamento dei servizi anche in Cina. Poco mossi invece i titoli di Stato, con lo spread tra Btp e Bund tedesco fermo a 172 punti base e il rendimento del decennale italiano in rialzo di un punto base al 4,29%

Rallenta l’Eurozona, in calo il pmi composito

L’indice Hcob Pmi della produzione composita dell’Eurozona elaborato da S&P Global, calcolato in base alla media ponderata degli indici della manifattura e dei servizi, è sceso ad agosto a 46,7 da 48,6 di luglio. Il dato segnala il terzo mese consecutivo di contrazione della produzione ed il maggior calo da novembre 2020. Escludendo il periodo di pandemia, l’attività è “crollata ai minimi da marzo 2013”, evidenzia S&P Global.
L’indice Hcob Pmi dei servizi è sceso al di sotto della soglia di 50, posizionandosi su 47,9 rispetto a 50,9 di luglio ed indicando la prima contrazione dell’attività da dicembre 2022.

Frenata del pmi servizi in Italia

L’indice dell’indagine Hcob Pmi di S&P, dell’attività terziaria in Italia ad agosto, è scivolato al di sotto della soglia di 50, posizionandosi su 49,8, inferiore alle stime degli analisti che prevedevano 50,4, ed in calo rispetto a 51,5 di luglio. L’indice egnala un calo dell’attività e la prima contrazione dell’anno.
L’indice Hcob Pmi composito italiano inoltre scende ad agosto 48,2, inferiore alle attese di 48,3, in calo rispetto a 48,9 di luglio.

Tokyo chiude in crescita

La Borsa di Tokyo accelera sul finale di scambi e conclude in rialzo per le settima seduta consecutiva, orfana delle indicazioni dai mercati azionari Usa, chiusi per il giorno della festività nazionale del Labour Day. L’indice Nikkei segna un rialzo dello 0,30% a quota 32.036,76, e un guadagno di 97 punti, con gli investitori che guardano alla decisione della Fed americana sui tassi di interesse, prevista in settimana. Sul fronte valutario lo yen perde terreno sul dollaro a 146,80, e sull’euro a 158,30

Cina, il pmi servizi cala ad agosto sotto le attese

L’indice Pmi servizi cinese ha fatto registrare un calo molto più sostenuto delle previsioni. Dopo il 54,1 di luglio, ad agosto l’indice flette marcatamente scendendo a 51,8 a fronte di una stima del consensus che era di 53,6. Nella nota diffusa si fa comunque presente che si tratta dell’ottavo mese di fila di ciclo espansivo, visto che comunque si tratta di un valore al di sopra della soglia dei 50 punti che indica convenzionalmente il confine tra espansione e recessione economica.

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