Bonus ristrutturazione 2024: come funziona, come richiederlo

Anche nel 2024 è disponibile il bonus ristrutturazione, l’incentivo per coloro che effettuano lavori di tipo edilizio in un edificio ad uso abitativo.

Si tratta di una detrazione del 50% sull’IRPEF, fino a massimo 96.000 euro di spesa, per interventi di riqualificazione edilizia, manutenzione straordinaria e ordinaria.

Scopriamo insieme come funziona il bonus ristrutturazione 2024, quali sono i lavori ammessi, chi può ancora richiedere la cessione del credito e lo sconto in fattura, nonché tutte le informazioni utili per accedere all’agevolazione gestita dall’Agenzia delle Entrate.

COS’È IL BONUS RISTRUTTURAZIONE 2024

Il bonus ristrutturazione 2024 consiste in una detrazione fiscale IRPEF del 50% destinata a chi effettua lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria in condominio o in edifici singoli.

Si applica alle spese sostenute dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2024 e deve essere ripartita in 10 quote annuali di uguale importo per un tetto massimo di spesa di 96.000 euro.

Previsto dall’articolo 16-bis del DPR 917 del 1986, il bonus ristrutturazione è stato confermato dalla Legge di Bilancio 2024.

Intanto vediamo a chi spetta la misura nel 2024.

A CHI SPETTA

Il bonus ristrutturazioni 2024 può essere richiesto da tutti i contribuenti soggetti al pagamento delle imposte sui redditi, residenti o non residenti in Italia. In particolare, hanno diritto alla detrazione i seguenti soggetti:

  • proprietario o nudo proprietario;

  • titolare di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie);


  • soci di cooperative divise e indivise (i primi in qualità di possessori i secondi in qualità di detentori);

  • soci delle società semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice e soggetti a questi equiparati;

  • imprenditori individuali, solo per gli immobili che non rientrano fra quelli strumentali o merce (e le imprese familiari alle stesse condizioni).

Hanno diritto alla detrazione, inoltre, purché sostengano le spese e siano intestatari di bonifici e fatture, i seguenti soggetti:

  • il familiare convivente del possessore o detentore dell’immobile oggetto dell’intervento (il coniuge, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado) e il componente dell’unione civile;

  • il coniuge separato assegnatario dell’immobile intestato all’altro coniuge;

  • un convivente more uxorio, non proprietario dell’immobile oggetto degli interventi né titolare di un contratto di comodato, per le spese sostenute a partire dal 1° gennaio 2016.

In questi ultimi tre casi, ferme restando le altre condizioni, la detrazione spetta anche se le abilitazioni comuni sono intestate al proprietario dell’immobile. La condizione di convivente o comodatario deve sussistere al momento dell’invio della comunicazione d’inizio lavori.

COME RICHIEDERE IL BONUS RISTRUTTURAZIONE 2024

Come richiedere il bonus ristrutturazione? Non esiste una vera e propria domanda, poiché il bonus può essere usufruito in tre modalità:

  • in fase di dichiarazione dei redditi, appunto, con la presentazione del modello redditi persone fisiche (ex modello Unico). Lo sconto detraibile va suddiviso in 10 quote annuali d’importo pari;


  • mediante credito d’imposta cedibile da usare secondo le regole e relativamente ai soggetti autorizzati, ma solo per interventi realizzati prima del 17 febbraio 2023 come stabilito dal Decreto blocca cessioni convertito in legge.

Ci sono dei casi eccezionali per cui, tuttavia, il legislatore con il Decreto Legge 16 febbraio 2023, n. 11 ha stabilito che è possibile continuare a usufruire sia dello sconto in fattura che della cessione del credito anche dopo il 17 febbraio 2023. Vi rimandiamo al nostro articolo di approfondimento che chiarisce condizioni e limiti.

LAVORI AMMESSI

Quali sono i lavori che rientrano nel bonus ristrutturazione 2024? Ebbene, i lavori sulle unità immobiliari residenziali e sugli edifici residenziali per i quali spetta l’agevolazione fiscale del bonus ristrutturazione 2024 sono i seguenti:


  • i lavori di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia (Articolo 3 del DPR 380 del 2001), effettuati su tutte le parti comuni degli edifici residenziali (ovvero i condomini);

  • quelli necessari alla ricostruzione o al ripristino dell’immobile danneggiato a seguito di eventi calamitosi, anche se questi lavori non rientrano nelle categorie indicate nei precedenti punti e a condizione che sia stato dichiarato lo stato di emergenza.

ALTRI LAVORI AMMESSI

Ai lavori sulle singole unità immobiliari per manutenzione ordinaria e straordinaria e ripristino dell’immobile danneggiato a seguito di eventi calamitosi, si aggiungono anche i seguenti interventi per i quali spetta l’agevolazione fiscale:

  • i lavori relativi alla realizzazione di autorimesse o posti auto pertinenziali, anche a proprietà comune;

  • quelli finalizzati all’eliminazione delle barriere architettoniche, aventi a oggetto ascensori e montacarichi (ad esempio, la realizzazione di un elevatore esterno all’abitazione tramite il cd. bonus ascensore);

  • i lavori per la realizzazione di ogni strumento che, attraverso la comunicazione, la robotica e ogni altro mezzo di tecnologia più avanzata, sia idoneo a favorire la mobilità interna ed esterna all’abitazione per le persone portatrici di handicap gravi, ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della Legge 5 febbraio 1992, n. 104;

  • quelli di bonifica dall’amianto e di esecuzione di opere volte a evitare gli infortuni domestici. L’agevolazione compete anche per la semplice riparazione d’impianti insicuri realizzati su immobili. Cioè vale per esempio, la sostituzione del tubo del gas o la riparazione di una presa malfunzionante. Tra le opere agevolabili rientrano l’installazione di apparecchi di rilevazione di presenza di gas inerti, il montaggio di vetri anti-infortunio, l’installazione del corrimano;

  • i lavori relativi all’adozione di misure finalizzate a prevenire il rischio del compimento di atti illeciti da parte di terzi. Per “atti illeciti” si intendono per esempio, furto, aggressione, sequestro di persona e ogni altro reato la cui realizzazione comporti la lesione di diritti giuridicamente protetti. In questi casi, la detrazione è applicabile unicamente alle spese sostenute per realizzare interventi sugli immobili. Per maggiori informazioni su come funziona la detrazione per questi interventi, vi consigliamo di leggere questa guida;

  • quelli finalizzati alla cablatura degli edifici, al contenimento dell’inquinamento acustico, al conseguimento di risparmi energetici, all’adozione di misure di sicurezza statica e antisismica degli edifici;

  • gli interventi di sostituzione del gruppo elettrogeno di emergenza esistente con generatori di emergenza a gas di ultima generazione.

Infine, si precisa che ha diritto alla detrazione anche chi esegue i lavori in proprio, soltanto, però, per le spese di acquisto dei materiali utilizzati e non, ovviamente per la manodopera.

ALTRE SPESE AGEVOLABILI

Oltre alle spese necessarie per l’esecuzione dei lavori, ai fini della detrazione è possibile considerare anche:

  • le spese per la progettazione e le altre prestazioni professionali connesse;

  • le spese per prestazioni professionali comunque richieste dal tipo d’intervento;


  • le spese per l’acquisto dei materiali;

  • il compenso corrisposto per la relazione di conformità dei lavori alle leggi vigenti;

  • le spese per l’effettuazione di perizie e sopralluoghi;

  • l’imposta sul valore aggiunto, l’imposta di bollo e i diritti pagati per le concessioni, le autorizzazioni e le denunzie d’inizio lavori;

  • gli oneri di urbanizzazione;

  • altri eventuali costi strettamente collegati alla realizzazione degli interventi, nonché agli adempimenti stabiliti dal regolamento di attuazione degli interventi agevolati (Decreto n. 41 del 18 febbraio 1998).

Gli interventi di manutenzione ordinaria sono dunque ammessi all’agevolazione solo quando riguardano le parti comuni (condomini). In tal caso, la detrazione spetta a ogni condomino in base alla quota millesimale.

QUALI LAVORI NON SONO AGEVOLABILI

Come anticipato, la detrazione riguarda unicamente le spese sostenute per realizzare interventi sugli immobili, mentre non spetta a fronte di spese sostenute in relazione al semplice acquisto di strumenti, anche se diretti a favorire la comunicazione e la mobilità interna ed esterna.

Pertanto, a titolo di esempio, non rientrano nell’agevolazione:

  • i telefoni a viva voce, gli schermi a tocco, i computer, le tastiere espanse. Tali beni, tuttavia, sono inquadrabili nella categoria dei sussidi tecnici e informatici per i quali, a determinate condizioni, è prevista la detrazione IRPEF del 19%;

  • in merito alla sicurezza domestica, non dà diritto alla detrazione il semplice acquisto, anche a fini sostitutivi, di apparecchiature o elettrodomestici dotati di meccanismi di sicurezza. Si ricorda, a riguardo, che all’interno del bonus ristrutturazione è disponibile il bonus sicurezza che vi spieghiamo in questa guida.

Infine, per la prevenzione degli atti illeciti, non rientra nell’agevolazione, per esempio, il contratto stipulato con un istituto di vigilanza.

ALCUNI ESEMPI DI SPESE DETRAIBILI

Ai fini esplicativi, ecco alcuni esempi di lavori di manutenzione ordinaria per cui è riconosciuto il bonus ristrutturazione 2024:

  • sostituzione d’infissi esterni e serramenti o persiane con serrande e con modifica di materiale o tipologia d’infisso;

  • installazione di ascensori e scale di sicurezza;

  • realizzazione e miglioramento dei servizi igienici;

  • rifacimento di scale e rampe;

  • interventi finalizzati al risparmio energetico (ad esempio può dar diritto al bonus caldaia);

  • recinzione dell’area privata;

  • costruzione di scale interne.

Come stabilito, poi, dalla Circolare del Ministero dell’Economia e delle Finanze n. 57 del 1998 la spesa sostenuta per interventi singolarmente non agevolabili (manutenzione ordinaria) si somma al totale degli oneri detraibili qualora integrata o correlata a interventi di categorie diverse per i quali invece la detrazione d’imposta compete.

INTERVENTI ANTISISMICI

Il bonus ristrutturazioni 2024 apre anche le porte a un’altra agevolazione riconfermata, cioè il Sismabonus per le spese sostenute nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2017 e il 31 dicembre 2024.

Parliamo del bonus su interventi di ristrutturazione antisismici che riguardano edifici ricadenti nelle zone sismiche ad alta pericolosità (zone 1 e 2) e nella zona 3, le cui procedure di autorizzazione sono state attivate a partire dal 1° gennaio 2017. In tali casi, spetta una detrazione del 50%. L’agevolazione ha questi requisiti:

  • è da calcolare su un importo complessivo di 96.000 euro per unità immobiliare per ciascun anno;

  • è fruibile in 10 rate annuali di pari importo e lo sconto sale al 70%, se dalla realizzazione degli interventi deriva una riduzione del rischio sismico che determina il passaggio a una classe di rischio inferiore, ovvero all’80%, se si passa a due classi di rischio inferiori.

Il beneficio fiscale è maggiore in caso d’interventi sulle parti comuni degli edifici condominiali, ovvero:

  • 75%, se c’è passaggio a una classe di rischio inferiore;

  • 85%, quando si passa a due classi di rischio inferiori.

INTERVENTI ESEGUITI DA IMPRESE

La detrazione fiscale si applica anche in caso di interventi di costruzione o ristrutturazione immobiliare effettuati da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e da cooperative edilizie. Ciò a condizione che tali entità alienino o assegnino l’immobile entro 18 mesi dalla data di completamento dei lavori.

Indipendentemente dall’importo degli interventi eseguiti, l’acquirente o l’assegnatario dell’immobile deve calcolare la detrazione su un importo forfettario equivalente al 25% del prezzo di vendita o assegnazione dell’abitazione (comprensivo dell’IVA).

Questa detrazione deve essere suddivisa in 10 rate annuali di pari importo.

CUMULABILITÀ CON DETRAZIONE RISPARMIO ENERGETICO

La detrazione per i lavori di recupero edilizio non è cumulabile con l’agevolazione fiscale prevista per gli stessi lavori nell’ambito delle disposizioni sulla riqualificazione energetica degli edifici (che attualmente ammonta al 65%).

In caso di interventi che rientrino sia nelle agevolazioni per la riqualificazione energetica che nelle agevolazioni per la ristrutturazione edilizia, il contribuente può beneficiare solo di uno dei due benefici, ma non di entrambi, per le stesse spese.

BONUS RISTRUTTURAZIONE 2024 CON CESSIONE DEL CREDITO

Anche nel 2024 coloro che hanno sostenuto le spese per gli interventi di ristrutturazione edilizia possono optare per la cessione del credito d’imposta, al posto dell’utilizzo diretto della detrazione spettante.

Tuttavia, la cessione del credito con facoltà di successiva cessione ad altri soggetti fino a un massimo di 5 volte, può essere applicata solo nei casi di interventi realizzati al 17 febbraio 2023, come previsto dal Decreto blocca cessioni convertito in legge.

Poi vale quanto stabilito dalla Legge di Bilancio 2023 e dal Decreto Aiuti Quater convertito in Legge, anche per il Superbonus. Cioè:

  • per gli interventi antecedenti il 17 febbraio 2023 è prevista la facoltà di successiva cessione del credito ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari, per un totale di 5 cessioni (al posto delle 4 stabilite dal Decreto Aiuti Bis convertito in Legge);

  • le suddette norme prevedono, perciò, l’aumento da 4 a 5 il numero totale delle possibili cessioni del credito. Vi può essere, quindi, una prima cessione libera tra tutti i soggetti, seguita da massimo 3 passaggi ulteriori (non più due come in precedenza) in favore di soggetti qualificati come banche, intermediari finanziari oppure assicurazioni. Infine, le banche hanno la possibilità di cessione del credito, per un ulteriore passaggio, ai loro correntisti muniti di partita IVA.

Per conoscere altri dettagli sulla cessione del credito, vi consigliamo di leggere il nostro focus.

BONUS RISTRUTTURAZIONE 2024 CON SCONTO IN FATTURA

Chi ha diritto al bonus ristrutturazione nel 2024 può fruire della detrazione anche mediante lo sconto in fattura, ma sempre per gli interventi ante 17 febbraio 2023.

Lo sconto in fattura è un contributo erogato sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto, fino a un importo massimo pari al corrispettivo stesso. Viene anticipato dai fornitori che hanno effettuato gli interventi e da questi ultimi recuperato sotto forma di credito d’imposta.

Ha un importo pari alla detrazione spettante a chi aveva originariamente sostenuto le spese. Per conoscere i casi in cui è ancora applicabile lo sconto in fattura, vi consigliamo di leggere il nostro focus.

OBBLIGHI ANTI FRODE VALIDI NEL 2024

Il bonus ristrutturazione 2024, grazie a quanto già previsto con il Decreto Anti Frode, conferma gli obblighi già stabiliti per il 2023. In particolare:

  • VISTO DI CONFORMITÀ –  sarà necessaria la comunicazione del professionista che ha apposto il visto di conformità e che ha quindi effettuato il primo controllo documentale sulla sussistenza dei requisiti per beneficiare del bonus ristrutturazione;

  • ATTESTAZIONE DI CONGRUITÀ – rilasciata da un tecnico abilitato che dovrà accertare che nell’esecuzione dei lavori sia stato rispettato il limite massimo dei costi ammissibili per tipologia di intervento.

In caso di inosservanza delle norme, sono previsti da 2 a 5 anni di reclusione e da 50.000 fino a 100.000 euro di multa per i tecnici abilitati disonesti. Inoltre, il Decreto Aiuti Bis convertito in Legge chiarisce che:

  • la responsabilità in solido del fornitore che ha applicato lo sconto e dei cessionari, nel caso di operazioni di cessione di agevolazioni indebitamente fruite, è limitata al caso di concorso nella violazione con dolo o colpa grave, nonché nel caso di mancata presentazione dei documenti, come previsto dal Decreto blocca cessioni convertito in legge;

  • i fornitori diversi da soggetti qualificati che hanno applicato lo sconto in fattura e che si sono trovati nell’impossibilità di cedere successivamente le somme acquisite, potranno acquisire “ora per allora” visto di conformità, attestazioni e asseverazioni. Quest’ultimo passaggio fa sì che la responsabilità del cessionario limitata ai casi di dolo o colpa grave si applichi per il bonus ristrutturazione e per le cessioni degli altri bonus.

OBBLIGO COMUNICAZIONE ENEA

Anche per il bonus ristrutturazione 2024 i lavori rientranti in quelli con obiettivi di risparmio energetico, sarà necessario inviare la comunicazione ENEA. L’obbligo, introdotto dalla Legge di Bilancio 2018 è valido anche per il 2024 ed è rivolto soltanto ad alcune tipologie di lavori (sul sito dell’ENEA è specificato quali sono).

Ci sono 90 giorni di tempo per inviare la comunicazione ENEA in questa sezione del sito. ENEA ha anche messo a disposizione degli utenti questa guida (il cui ultimo aggiornamento è avvenuto, però, nel 2021). Vi faremo sapere se per il 2024 sarà fornita una guida aggiornata.

COME PAGARE LE FATTURE RELATIVE AI LAVORI

Per pagare le fatture relative ai lavori utili ad ottenere il bonus ristrutturazioni 2024, bisognerà utilizzare un bonifico bancario o postale parlante. Ovvero all’interno, dovranno essere indicati i seguenti dati:

  • causale del versamento: “Bonifico relativo a lavori edilizi che danno diritto alla detrazione prevista dall’articolo 16-bis del Dpr 917 del 1986”;

  • codice fiscale del beneficiario della detrazione;

  • Partita IVA o codice fiscale del beneficiario del pagamento.

Il bonus ristrutturazione 2024 può essere richiesto anche se i lavori sono stati pagati con un finanziamento. In questo caso:

  • la società finanziaria dovrà pagare tramite bonifico, seguendo tutte le indicazioni per la compilazione (indicando il CF del soggetto per il quale si effettua il pagamento);

  • il titolare dell’agevolazione fiscale dovrà conservare la ricevuta del bonifico.

DOCUMENTI DA ESIBIRE E CONSERVARE

Per il bonus ristrutturazioni 2024 occorre, poi, conservare ed esibire a richiesta degli uffici i seguenti documenti:

  • le abilitazioni amministrative in relazione alla tipologia di lavori da realizzare (concessione, autorizzazione o comunicazione di inizio lavori). Se queste abilitazioni non sono previste è sufficiente una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà in cui deve essere indicata la data di inizio dei lavori e attestare che gli interventi di ristrutturazione edilizia posti in essere rientrano tra quelli agevolabili;

  • domanda di accatastamento per gli immobili non ancora censiti;

  • ricevute di pagamento dell’IMU, se dovuta;

  • delibera assembleare di approvazione dell’esecuzione dei lavori e tabella millesimale di ripartizione delle spese per gli interventi riguardanti parti comuni di edifici residenziali;

  • in caso di lavori effettuati dal detentore dell’immobile, se diverso dai familiari conviventi, dichiarazione di consenso del possessore all’esecuzione dei lavori;

  • comunicazione preventiva contenente la data di inizio dei lavori da inviare all’Azienda Sanitaria Locale. Va inviata prima di iniziare i lavori, con una comunicazione con raccomandata A/R, tranne nei casi in cui le norme sulle condizioni di sicurezza nei cantieri non prevedono l’obbligo della notifica preliminare alla ASL;

  • fatture e ricevute fiscali relative alle spese effettivamente sostenute;

  • ricevute dei bonifici di pagamento.

LA GUIDA AI BONUS EDILIZI 2024

Mettiamo a vostra disposizione la guida sui bonus edilizi per il 2024, che presenta tutte le nuove informazioni sugli incentivi green previsti a partire dal 1° gennaio.

RIFERIMENTI NORMATIVI E DI PRASSI

ALTRI AIUTI, APPROFONDIMENTI E AGGIORNAMENTI

Vi invitiamo a leggere l’articolo sull’Ecobonus sociale 2024 o Superbonus per redditi bassi, nonché i nostri articoli su bonus fotovoltaicoreddito energetico. Da non perdere neppure le news sul Superbonus 2024.

Può tornarvi utile infine la nostra guida al bonus prima casa under 36 e l’elenco dei bonus prima casa destinati a tutti, a prescindere dall’età.

Per conoscere altri aiuti e agevolazioni disponibili per famiglie e lavoratori potete visitare la nostra sezione dedicata agli aiuti alle persone

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di Valeria C.
Giornalista, esperta di leggi, politica e lavoro pubblico.

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