Settembre è il vero inizio dell’anno per le compravendite immobiliare e molti si stanno interessando. Secondo le indagini di Reuters, Re/Max e Gabetti settembre è il miglior mese per investire, con prezzi anche più vantaggiosi
Qual è il mese migliore dell’anno per vendere o comprare casa? A detta degli esperti del settore sembra essere proprio il mese di settembre. A dirlo prima di tutto sono le statistiche, come rilevato dall’Agenzia delle Entrate. Ma lo dicono anche gli agenti immobiliari che, al ritorno dalla vacanze vedono una ripresa vivace dell’interesse. Ma rispetto ai timori dei mesi scorsi ? Rialzo dei tassi, influenze dai mercati esteri? Qual è il mood del mercato ora?
A settembre, vero inizio dell’anno, torna l’interesse per il mattone
Molti ritengono che settembre sia il vero inizio dell’anno, non gennaio. Sarà il retaggio di quando si iniziava la scuola o proprio per il ritorno dei figli. Sarà che sotto l’obrellone è piacevole fantasticare sul futuro, il quale potrebbe comprendere anche un cambio casa. E allora al ritorno rieccoli tutti sulle piattaforme, per vendere o per compreare o tutte e due. “A settembre la ricerca di immobili raggiunge storicamente dei picchi importanti” sottolinea anche il portale immobiliare Idealista.it: da decenni è settembre il mese che stimola maggiormente il desiderio di acquistare una nuova casa. Una costante rilevata anche dai dati dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate: nel 2022 si è registrato un +1,7% di vendite proprio in settembre, rispetto ad altri periodi dell’anno. E comunque il trimestre luglio-settembre è quello da sempre più attivo, sottolinaea ancora il portale.
Casa: a settembre prezzi più vantaggiosi
Inoltre vi è un’altro fattore da non sottovalutare, legato all’andamento dei prezzi medi del mercato immobiliare. In linea generale, nell’ultimo decennio settembre ha sempre rappresentato il mese di un lieve calo dei prezzi degli immobili, seppur contenuto rispetto ad altri periodi dell’anno.
Un respiro di sollievo dalla Bce aiuta la ripresa del mercato
E quest’anno? Dove sono le paure che si erano profilate all’orizzonte prima della pausa estiva?
Una delle paure ha un nome ben concreto: rialzo dei tassi ufficiali e di conseguenza, per chi deve ricorrere a un mutuo, anche aumento della rata.
Ma in questo ambito un respiro di sollievo arriva proprio dalla Bce che negli ultimi messaggi non ha fatto riferimento ad altri rialzi a settembre, come ci si poteva aspettare in primavera. Troppo presto ovviamente per pensare a un’inversione del trend, ma anche solo la prospettiva di una stabilizzazione aiuta.
Un sondaggio Reuters a livello globale tra gli analisti immobiliari mostra come quei cali addirittura a due cifre dei prezzi che si erano previsti all’inizio dell’anno a causa dell’aumento dei tassi ipotecari non si sono materializzati del tutto, poiché l’aumento dei risparmi delle famiglie, la scarsità dell’offerta e l’aumento dell’immigrazione hanno limitato i cali. E anche i tassi ipotecari in forte aumento, conseguenza di oltre un anno di rialzi dei tassi di interesse da parte delle principali banche centrali, non hanno colpito tutti.
La paura del colosso cinese limitata alla zona
In crisi dal 2021, il colosso immobiliare cinese Evergrande ha presentato a metà agosto la richiesta di protezione dal fallimento secondo il capitolo 15 in un tribunale di New York, a Manhattan, destando preoccupazioni per le possibili conseguenze sul sistema finanziario globale. Ora invece da più parti si ritiene che resterà più che altro all’interno dell’area cinese e non avrà conseguenza sui nostri mercati. “Ad oggi non si vedono all’orizzonte dei rischi di contagio come è avvenuto – se vogliamo fare un paragone – ai tempi di Lehman Brothers” ha detto Stefano Caselli, Direttore della SDA Bocconi School of Management e professore ordinario di Economia degli intermediari finanziari all’Università Bocconi a Idealista. “Ovviamente si tratta di un fatto molto serio, perché stiamo parlando di un operatore di dimensioni gigantesche. Stiamo parlando della Cina, del 2/3% del PIL cinese. Ma parlare oggi di un effetto contagio è difficile”. Bisogno infatti considerare, continua Caselli, che da una parte “i finanziatori sono prevalentemente cinesi, quindi le banche esposte sono prevalentemente cinesi, e questo riduce i rischi di contagio. Dall’altra che questo operatore lavora su un mercato costituito dagli immobili residenziali cinesi, i quali sono stati di fatto acquistati soltanto da cittadini cinesi. Quindi, sia sul lato dei finanziamenti che sul lato degli acquisti, Evergrande è un sistema ‘chiuso’”.
Interessanti opportunità nei prossimi mesi
Secondo alcune indagini le prospettive per i mesi futuri sono quindi tornate ad essere positive, con il ritorno dell’interesse senza i picchi dei prezzi rilevati nei mesi passati. “Le previsioni per il mercato immobiliare sono che nel 2023/2024 offrirà interessanti opportunità di investimento” dice Dario Castiglia, Amministratore Delegato e fondatore di RE/MAX Italia. “Sarà un mercato più calmo con condizioni favorevoli per coloro che hanno liquidità o che possono accedere al credito”.
Situazione che soddisfa sia italiani sia europei, come evidenziato dall’indagine condotta da RE/MAX Europe, intervistando 16mila consumatori in 22 Paesi. Gli italiani compreranno ancora casa nel 2023? Secondo i dati, il 45% degli intervistati in Europa è più propenso ad acquistare un immobile rispetto ad un anno fa, con una percentuale che sale al 50% in Italia. Tra gli europei che stanno considerando l’acquisto di un immobile, uno su quattro sta valutando la possibilità di farlo in un paese diverso dal proprio. Una delle destinazioni più papabili sembra essere l’Italia, che si posiziona al 4° posto tra le mete più ambite sia per trasferirsi che come investimento. “Nonostante i recenti rialzi, i tassi di interesse sono ancora su livelli interessanti se confrontati con i picchi raggiunti negli anni passati” aggiunge.
Alla ricerca di abitazioni più grandi, efficienti e domotiche
“Il mercato continuerà a essere guidato da chi cerca abitazioni più grandi (anche come conseguenza dello smartworking), da chi punta all’efficienza energetica cercando abitazioni più ecosostenibili e dalla crescente sensibilità verso la domotica e la tecnologia che spingerà molti verso l’acquisto di nuove costruzioni” dice Marco Speretta, direttore generale del Gruppo Gabetti.