Le architetture più alte d’Italia, tra progetto d’autore e marketing urbano






César Pelli, Torre UniCredit, Milano 2012 (231 m)

Foto Restuccia Giancarlo da Adobe Stock


La torre fa parte del complesso di tre edifici di diversa altezza disposti intorno a piazza Gae Aulenti (Torre UniCredit, Torre B e Torre C). La sua forma sinuosa vetrata  e l’imponente guglia la rendono un simbolo fortemente riconoscibile nella città. Con i suoi 231 metri di altezza alla guglia, è il grattacielo più alto d’Italia. 






César Pelli, Torre UniCredit, Milano 2012 (231 m)

Foto Alessia Boni da Unsplash







Arata Isozaki e Andrea Maffei, Torre Allianz, Milano 2015 (209 m)

Foto Marco Menghi


La torre si inserisce nell’ambito di CityLife, l’imponente operazione di rigenerazione urbana dell’area dell’ex Fiera, insieme alle due torri limitrofe (una su progetto di Zaha Hadid, l’altra di Daniel Libeskind): assieme al complesso residenziale e commerciale di CityLife, i tre grattacieli sono oggi un simbolo indiscusso della Milano del futuro che investe sulla sua attrattività internazionale. L’edificio Allianz, distribuito su 50 piani di cui 47 a destinazione direzionale, è caratterizzato da un volume scultoreo con fronti rivestiti da pannelli vetrati. È il più alto grattacielo d’Italia al piano calpestabile (200,5 metri) e quello con maggiore numero di piani. 






Arata Isozaki e Andrea Maffei, Torre Allianz, Milano 2015 (209 m)

Foto Marco Menghi







Massimiliano Fuksas, Grattacielo Regione Piemonte, Torino 2021 (205 m)

Foto antomar da Adobe Stock


L’edificio in cemento armato e vetro, sede degli uffici centrali e degli organi della Regione, comprende 42 piani, di cui l’ultimo destinato a bosco pensile. Dopo oltre un decennio, tra alterne vicende procedurali, l’edificio è stato recentemente inaugurato con caratteristiche ritenute dal suo architetto molto difformi da quanto originariamente ipotizzato. 






Massimiliano Fuksas, Grattacielo Regione Piemonte, Torino 2021 (205 m)

Foto massimo_g da Adobe Stock







Alessandro Antonelli, Mole Antonelliana, Torino 1889 (167 m)

Foto Claudio Divizia da Adobe Stock


L’opera, simbolo indiscusso di Torino, con i suoi 167 metri di altezza è stata all’epoca della sua costruzione l’edificio in muratura più alto d’Europa. Originariamente destinato a Sinagoga, dopo l’acquisizione dal Comune il complesso è divenuto un monumento all’unità nazionale. L’ascensore panoramico, introdotto per commemorare il centenario dell’Unità d’Italia e rinnovato più recentemente, conduce al tempietto in copertura, da cui si apre una vista spettacolare sul paesaggio urbano e alpino circostante. Oggi l’opera ospita il Museo Nazionale del Cinema.






Alessandro Antonelli, Mole Antonelliana, Torino 1889 (167 m)

Foto javarman da Adobe Stock







Corrado Beguinot, Torre Telecom Italia, Napoli 1995 (129 m)

Foto Gennaro Leonardi da Adobe Stock


Il complesso, situato nel Centro Direzionale di Napoli progettato da Kenzō Tange, è composto dalla torre centrale e da due corpi adiacenti di quota inferiore. I corposi volumi sono alleggeriti in facciata dall’uso di pannelli vetrati a specchio. 






Corrado Beguinot, Torre Telecom Italia, Napoli 1995 (129 m)

Foto Gennaro Leonardi da Adobe Stock







Mario Cucinella Architects, Torre UnipolSai, Milano 2023 (124 m)

Foto Matteo Ceruti da Adobe Stock


Il quartier generale milanese del gruppo Unipol, situato nell’ambito dell’intervento di riqualificazione urbana di Porta Nuova, è una torre a base ellittica che spicca grazie reticolo strutturale che definisce il suo volume scultoreo in vetro e acciaio. L’opera è concepita per massimizzare l’efficienza energetica grazie alla doppia intercapedine dell’involucro che mitiga il caldo estivo e isola dal freddo invernale, ai pannelli solari per la produzione di energia elettrica, ai giardini d’inverno che aiutano a regolare la temperatura interna.






Mario Cucinella Architects, Torre UnipolSai, Milano 2023 (124 m)

Foto Matteo Ceruti da Adobe Stock







Gio Ponti, Grattacielo Pirelli, Milano 1960 (127m)

Foto Matteo Ceruti da Adobe Stock


Il “Pirellone”, con i suoi 127 metri di altezza distribuiti su 31 piani fuori terra e 2 sotterranei, è stato per circa cinquant’anni l’edificio più alto della città e ancora oggi è un simbolo indiscusso della Milano contemporanea.  Costruito come sede degli uffici dell’azienda di pneumatici Pirelli, nel 1978 fu acquistato dalla Regione Lombardia per farne la propria sede principale. La moderna costruzione è caratterizzata da una struttura interamente in cemento armato e da una facciata con rivestimento in ceramica e curtainwall di vetro, alluminio, acciaio.






Gio Ponti, Grattacielo Pirelli, Milano 1960 (127m)

Foto Rui Alves da Unsplash







Franco Purini, Torre Eurosky, Roma 2012 (120 m)

Foto Blackcat da Wikipedia


La costruzione, il più alto edificio civile della città e una delle torri residenziali più alte d’Italia, è articolata in due prismi verticali, ciascuno dei quali servito da due blocchi di scale e di ascensori, collegati da ponti che ospitano parte degli impianti tecnici.  La struttura, in calcestruzzo e acciaio, è rivestita in granito lamellare; le facciate sono scandite dalle bucature regolari dei balconi. L’opera si ispira alle torri medioevali della città, tra cui la Torre delle Milizie.






Eugenio Berardi, Grattacielo di Cesenatico, Cesenatico 1958 (118 m)

Foto AndreaBonavita da Adobe Stock


L’edificio sul lungomare, con i suoi 118 metri di altezza, fu al tempo della sua costruzione il grattacielo più alto d’Italia, fino a essere surclassato pochi anni dopo dal grattacielo Pirelli di Milano. L’opera, con struttura interamente in cemento armato, ha subito diversi interventi di ristrutturazione: l’ultimo tra il 2003 e il 2009, a cura di Giovanni Lucchi, ha interessato l’adeguamento impiantistico, il consolidamento della struttura portante, la riqualificazione delle facciate con sostituzione delle tapparelle originali e la realizzazione di una facciata ventilata con struttura in alluminio e rivestimento in piastrelle di gres porcellanato dai toni del grigio, dell’azzurro e del blu.






Eugenio Berardi, Grattacielo di Cesenatico, Cesenatico 1958 (118 m)

Foto ermess da Adobe Stock







Stefano Boeri, Bosco Verticale (Torre de Castillia), Milano 2014 (110 m)

Foto Audrius da Adobe Stock


Il Bosco Verticale consiste di due torri, la torre de Castillia e la torre Confalonieri, alte rispettivamente 110 metri e 76 metri (26 e 18 piani), collegate da un basamento. Gli edifici, rivestiti da pannelli di grande formato di gres porcellanato, sono caratterizzati da balconi in cemento armato con parapetti pieni che sporgono su tutti i lati, creando un vivace dinamismo in facciata. Peculiarità dell’opera è la presenza nei fronti di più di duemila specie arboree tra alberi e arbusti, sulla base di un progetto di riforestazione metropolitana finalizzato ad incrementare la biodiversità e mitigare il microclima grazie alla densificazione verticale del verde.






Stefano Boeri, Bosco Verticale (Torre de Castillia), Milano 2014 (110 m)

Foto Audrius da Adobe Stock







Skidmore, Owings and Merrill, Mario Lanata, Andrea Messina, San Benigno Torre Nord, Genova 1992 (109 m)

Foto maudanros da Adobe Stock


Il grattacielo situato nel quartiere di San Teodoro, con i suoi 109 metri di altezza e 26 piani fuori terra è l’edificio più alto di Genova ed è visibile chiaramente dal porto e da tutta la zona ovest della città.  L’insolita forma ottagonale, che è valsa all’edificio l’appellativo di “Matitone”, si ispira all’impianto ottagonale della Chiesa di S. Donato in centro. I fronti, dominati da una copertura piramidale in rame, sono rivestiti da fasce alterne in granito grigio e vetrate verdi.






Skidmore, Owings and Merrill, Mario Lanata, Andrea Messina, San Benigno Torre Nord, Genova 1992 (109 m)

Foto maudanros da Adobe Stock







Marcello Piacentini, Angelo Invernizzi, Torre Piacentini, Genova 1940 (108 m)

Foto Roberto Lo Savio da Adobe Stock


L’edificio, progettato in uno stile che combina il razionalismo italiano e il Novecento, conta diversi storici primati: è stato uno dei primi grattacieli d’ Europa con altezza superiore ai 100 metri e con struttura in cemento armato, e il più alto d’Italia fino alla costruzione della Torre Breda di Milano nel 1954, alta 116 metri.  Attualmente, con 108 m di altezza, è il secondo edificio più alto della città, dopo il “Matitone”. Dalla terrazza Colombo in copertura si apre una vista spettacolare sul paesaggio urbano e marittimo. 






Marcello Piacentini, Angelo Invernizzi, Torre Piacentini, Genova 1940 (108 m)

Foto Roberto Lo Savio da Adobe Stock







BBPR, Torre Velasca, Milano 1958 (106 m)

Foto Elisa Locci da Adobe Stock


Iconico simbolo dell’urbanitas milanese, la Torre Velasca rappresenta la voglia di rialzarsi di una città devastata dalla guerra che guarda al futuro con un forte rimando al passato. Realizzata completamente in cemento armato con finiture in graniglia di cotto e di marmi rosa veronesi – che conferiscono all’edificio una tonalità calda – ospita negozi, uffici e appartamenti; la sua morfologia caratteristica è un omaggio alla città verticale che si stava sviluppando negli anni ’50, con un riferimento allo skyline storico della città, costellato di torri e campanili, ed in particolare alla torre del cortile delle Armi del Castello Sforzesco.






BBPR, Torre Velasca, Milano 1958 (106 m)

Foto emanuelebaldassarre da Adobe Stock







Stefania Filo Speziale, Carlo Chiurazzi, Giorgio Di Simone, Ambassador Palace Hotel, Napoli 1957 (100 m)

Foto riccardomotti da Adobe Stock


L’edificio, progettato come sede di Cattolica Assicurazioni e oggi rinomato hotel, con il suo volume imponente si staglia con disinvoltura nel fitto tessuto urbano del centro storico, e per questo non sempre ha ottenuto il plauso degli osservatori che lo etichettavano come elemento incongruo e sgradito. L’opera si inscrive nello storico processo di rigenerazione urbana del rione Carità di cui anche il Palazzo delle Poste di Giuseppe Vaccaro e Gino Franzi (1936) faceva parte. Indipendentemente da giudizi di merito, l’opera è stata il primo grattacielo di Napoli e il simbolo dell’avvento delle moderne tecnologie edilizie in città: la struttura di 33 piani è realizzata interamente in calcestruzzo armato, visibile nel reticolo strutturale di facciata dove si inseriscono i tamponamenti di colore blu. 






Stefania Filo Speziale, Carlo Chiurazzi, Giorgio Di Simone, Ambassador Palace Hotel, Napoli 1957 (100 m)

Foto Ilaria13 da Adobe Stock


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