Una società di San Juan di Porto Rico ha acquistato per 165 milioni Palazzo Marini, nel centro storico di Roma. Quasi sicuramente, dopo una profonda ristrutturazione, diventerà un hotel di lusso. Non c’è ancora alcuna comunicazione ufficiale, però ci sono documenti tecnici e informazioni che tra l’isola caraibica, Florida e Lussemburgo delineano lo schema dell’operazione e i soggetti in campo. È un grande palazzo da migliaia di metri quadrati che si affaccia su Piazza San Silvestro, ex proprietà dell’immobiliarista Sergio Scarpellini, in posizione strategica quasi unica (a due passi da Fontana di Trevi, Piazza di Spagna, Via Condotti e distanza pedonale anche da Piazza Navona e Via Veneto). Da tempo gira voce che qui sia pronta sbarcare Four Seasons, la catena canadese di alberghi superlusso di Bill Gates e del principe Al-Waleed bin Talal.
La ripartenza
I numeri sui contratti (e i circa 100 milioni che si possono stimare per una ristrutturazione «alberghiera») dicono che è una delle più grandi operazioni immobiliari recenti a Roma, dopo quasi due anni di flusso turistico bloccato causa Covid e di conseguenza progetti e investimenti nel real estate congelati. Per dare un’idea: nel periodo nero della pandemia le presenze turistiche sono crollate a Roma da 20 milioni a 2 e 410 hotel su 1.200 hanno chiuso. Ora il mercato si sta riprendendo rapidamente e l’hotellerie di lusso è in gran fermento, si pensi al caso della gara indetta dall’Ordine Equestre del Santo Sepolcro per Palazzo della Rovere in via della Conciliazione. Il tandem Fort Partners-Four Seasons — come ha raccontato il Corriere — si è aggiudicato l’immobile, per ora ancora in via ufficiosa, tra decine di contendenti e tra le polemiche perché un hotel extra lusso a due passi da San Pietro non piace per nulla al Vaticano di Papa Francesco e ha creato imbarazzi anche tra i cavalieri del Santo Sepolcro. Ma anche altri big del settore come Mandarin, Hilton, Radisson ecc. sono pronti a investire a Roma.
L’ultima preda
Palazzo Marini, costruito a cavallo tra il XIX e il XX secolo, è composto da vari blocchi e ha una storia recente travagliata. Fino a otto anni fa, quando ancora era nel portafoglio esclusivo di Scarpellini, i locali erano affittati alla Camera dei deputati a prezzi considerati esorbitanti tanto che nel 2015 il contratto fu rescisso dopo un pressing parlamentare prima dei radicali e poi dei Cinquestelle. Palazzo Marini è stato poi venduto nel 2016 insieme ad altri gioielli di Scarpellini (750 milioni complessivi), a un fondo gestito da Idea Fimit in cui — secondo quanto annunciato all’epoca — lo stesso Scarpellini avrebbe sottoscritto quote per oltre 200 milioni. Arriviamo a oggi. All’inizio di quest’anno la società Fort Partners Puerto Rico fa validare da un notaio della Florida, Sharon Musgrave, una serie di procure speciali a professionisti dello studio legale Dla Piper Italy che da quel momento agiscono per conto della società. Subito dopo, il 28 gennaio, un veicolo societario italiano (ribattezzato «Marini Asset») sottoscrive un «contratto preliminare di acquisto immobiliare (per sè o soggetto da nominare) al prezzo pattuito di 165 milioni» e viene versata una caparra confirmatoria di 20 milioni «mediante ricorso al capitale di terzi, infruttifero di interessi». Con 20 milioni di caparra di fatto la compravendita è blindata.
Il Lussemburgo
La seconda fase dell’operazione è la costruzione della struttura di investimento in Lussemburgo, definita pochi giorni fa. Il perno è la Marini International Sicav che raccoglie i soldi attraverso i suoi fondi ma con un unico scopo: investire in Marini Asset (quella del preliminare) e nel fondo immobiliare chiuso riservato Millenium Luxury, creato il 2 giugno scorso. Schema complesso ma un documento dice chiaro che Marini Asset e Millenium «svilupperanno e gestiranno un hotel nell’insieme immobiliare conosciuto come “Palazzo Marini 3” … e Palazzo Marini 4”», ovvero i due grandi blocchi principali e adiacenti. Il grande regista dell’operazione è Nadim Ashi, 59 anni, americano nato in Liberia, uno dei più quotati sviluppatori immobiliari, numero uno della Fort Partners Puerto Rico, con uffici di rappresentanza a Miami. È dunque l’uomo a capo della società che ha firmato il preliminare per Palazzo Marini e anche la testa di ponte di Four Seasons nella gara, vinta provvisoriamente, per l’edificio a 300 metri da San Pietro. Secondo indiscrezioni sarebbe già pronto il contratto di management con Four Seasons per l’immobile del centro storico. Dunque da una parte i veicoli lussemburghesi creati da Fort Partners proprietari dei muri e dall’altra il gruppo canadese a gestire. Il binomio è rodato da tempo, in varie location del mondo. Ad aprile, per esempio, Nadim Ashi ha rimborsato un prestito da 210 milioni che era servito per la costruzione del Four Seasons di Fort Lauderdale in Florida. Ma per ora, come si diceva, non ci sono conferme ufficiali sull’operazione romana di Piazza San Silvestro. E poi è da vedere se un accordo (su Palazzo Marini) non esclude l’altro (Palazzo della Rovere). In Italia la griffe alberghiera di Bill Gates è presente a Milano in via Gesù (i muri sono del gruppo Statuto), Firenze, Taormina (San Domenico), aprirà in Puglia e dal 2025 gestirà il Danieli di Venezia. Mancava Roma.