Reggio Emilia Meno prime case, dopo il boom del Covid e l’aumento dei tassi dei mutui, e più seconde case da affittare a studenti e lavoratori. Segnano questa tendenza generale i dati della nuova edizione provinciale di Fiaip Monitora, l’osservatorio sull’andamento del mercato immobiliare nella provincia di Reggio Emilia presentato nella mattinata di ieri nella sala convegni di palazzo Fonte.
Un momento pubblico voluto dalla sezione reggiana di Fiaip – Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali presieduta da Cristina Zampolini. L’osservatorio è un prodotto curato dal centro studi Fiaip e offre uno spaccato preciso sul mercato immobiliare di 91 province italiane. Sino ad ora, è stato realizzato in formato cartaceo, da pubblicare con cadenza biennale. Dopo l’esordio del 2019 e la seconda tappa del 2022, slittata a causa della pandemia, nel 2024 arriva la terza edizione, con una grande novità, il passaggio al digitale, che permetterà di effettuare aggiornamenti nel corso dell’anno.
Il convegno di presentazione coordinato da Marco Altimani ha visto la presenza di tanti protagonisti del settore, dall’assessore alla Casa Lanfranco De Franco al rappresentante dei notai Clito Brunori, dal presidente nazionale Fiaip Gian Battista Baccarini a quello regionale Gianluca Giordani, dal funzionario del servizio Entrate comunale Andrea Giglioli alla presidente di Confedilizia Reggio Emilia, l’associazione dei proprietari di casa, Annamaria Terenziani. È toccato poi a Massimiliano Barbieri illustrare le dettagliatissime tabelle della ricerca, con i dati relativi ai valori dell’edilizia residenziale nell’intero territorio provinciale. In un secondo momento, si aggiungeranno i numeri sulle aree direzionali e su quelle commerciali oltre che sui terreni.
L’andamento è similare nel Reggiano, con qualche differenza tra città e provincia dovuta principalmente, nel perimetro del capoluogo, alle esigenze di stanze e spazi di soggiorno per studenti universitari e lavoratori del settore sanitario e scolastico. Le prime case, quelle che spesso richiedono finanziamenti, segnano il punto, a causa del fortissimo aumento dei tassi bancari e conseguente difficoltà di accesso al credito per molti nuclei. Chi invece ha possibilità di investire in seconde case da affittare, in zone strategiche all’ateneo e all’ospedale, si è attivato in questo senso, preferendo la garanzia del mattone a quella, decisamente volatile in questi anni, dei depositi creditizi.
«Il calo nella nostra provincia per la vendita delle prime case è tra il 12% e il 14%, circa, mentre vediamo un lieve aumento nell’acquisto di seconde case», hanno spiegato la presidente e il vicepresidenti di Fiaip Cristina Zampolini e Fabrizio Carretti. «Per le prime case, va notato che venivamo da due anni di grandi boom, il 2021 e il 2022, in cui sulla spinta del Covid la crescita era stata circa del 20% annuo, una percentuale molto elevata. Adesso il contesto è cambiato, le prime case sono il settore in cui più spesso si deve accedere a mutui, e ora è piuttosto difficile farlo, con i tassi più alti. Così la discesa c’è stata, per comprensibili scelte di prudenza. E questo genera un effetto a cascata: chi magari vuole una sistemazione di qualità maggiore deve vendere l’abitazione precedente per finanziare l’operazione, ma adesso è difficile vendere». l