Ristrutturare casa senza il superbonus: i bonus e le agevolazioni pi convenienti del 2024

Ristrutturare casa nel 2024

Il 31 dicembre 2023, gli investimenti ammessi a detrazione per il Superbonus al 110% hanno superato i 100 miliardi di euro (102,68 miliardi, per l’esattezza). Secondo i dati Enea, le detrazioni maturate per lavori conclusi ammontano a 99,732 miliardi. Ma dopo le decisioni prese dal governo Meloni, chi si appresta a ristrutturare casa nel 2024 non guarderà più al Superbonus come il Re dei Bonus. Nel 2024 sarà ancora possibile utilizzarlo, ma con molte limitazioni, per questo per ristrutturare casa ci sono altre agevolazioni (dal bonus ristrutturazione a quello per le finestre, fino a quelli per il giardino) che possono dare una significativa mano a chi deve affrontare una spesa ingente per rimettere a posto la propria abitazione. Vediamo quali sono.

Superbonus 70%

Da gennaio 2024 la super agevolazione sulle spese per i lavori che migliorano di due classi l’efficienza energetica scende dal 110% al 70% ed è riservata solo ai condomìni e ai proprietari di edifici da 2 a 4 unità immobiliari. Nel 2025 calerà ulteriormente al 65%, dopodiché terminerà. Per chi ha avviato i lavori nel 2022 resta la possibilità di cedere il credito o avere lo sconto in fattura, ma per coprire i costi dell’intervento i condomini dovranno versare una differenza di almeno il 30% o concordare con l’impresa una riduzione dei lavori.
Resta il 110% per gli interventi effettuati nei Comuni dei territori colpiti da eventi sismici verificatisi a far data dall’1.4.2009 dove sia stato dichiarato lo stato di emergenza.

Ecobonus per singole abitazioni

Partiamo dall’Ecobonus, l’agevolazione fiscale per gli interventi che aumentano il livello di efficienza energetica degli edifici, introdotta dalla legge finanziaria 2007 e attualmente valida fino al 31 dicembre 2024.
Condizione indispensabile per fruirne dell’agevolazione è che gli interventi siano eseguiti su unità immobiliari e su edifici (o su parti di edifici) esistenti, censiti o per i quali è stato chiesto l’accatastamento, di qualunque categoria catastale, anche se rurali, compresi quelli strumentali per l’attività d’impresa o professionale, merce o patrimoniali.
Come detto, l’agevolazione può essere richiesta per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2024. Per la maggior parte degli interventi la detrazione è pari al 65%, ma nei seguenti casi, spetta nella misura ridotta del 50%.:
* l’acquisto e posa in opera di finestre comprensive di infissi;
* l’acquisto e posa in opera di schermature solari;
* l’acquisto e posa in opera di impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili;
* la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione con efficienza almeno pari alla classe A o con impianti dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili (spetta, invece, la maggiore detrazione del 65% se le caldaie, oltre a essere almeno in classe A, sono anche dotate di sistemi di termoregolazione evoluti).
La detrazione Irpef è da sfruttare in 10 anni in sede di dichiarazione dei redditi. Dal 17 febbraio 2023, data di entrata in vigore del “decreto Cessioni”, non è più possibile optare per lo “sconto in fattura” o per la cessione del credito d’imposta.

Ecobonus per condomìni

Come spiega l’Agenzia delle entrate, per gli interventi effettuati sulle parti comuni degli edifici condominiali o che interessano tutte le unità immobiliari di cui si compone il singolo condominio, sono previste regole e misure diverse. Se si conseguono determinati indici di prestazione energetica, infatti, si può usufruire di detrazioni che arrivano anche al 70% o al 75%. C’è però un tetto: queste detrazioni vanno calcolate su un montate di spera non superiore a 40.000 euro moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio.
Se l’edificio si trova nelle zone sismiche 1,2 e 3, la ristrutturazione delle parti comuni gode di un’agevolazione dell’80% purché i lavori siano finalizzati congiuntamente alla riduzione del rischio sismico e alla riqualificazione energetica. Anche qui c’è una clausola: i lavori devono determinare il passaggio a una classe di rischio inferiore. Se le classi sono due, l’agezovolazione sale all’85%. Il beneficio, in questi casi, dev’essere calcolato su un ammontare delle spese non superiore a 136.000 euro moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio.

Bonus ristrutturazione

Il cosidetto Bonus ristrutturazione è stato prorogato fino al 2024 e offre la possibilità di ottenere una detrazione del 50% su tutte le spese sostenute per i lavori di manutenzione sia ordinaria che straordinaria. Il limite massimo di spesa è di 96 mila euro per ogni unità immobiliare.
Con questa agevolazione si può sostituire il tetto, gli infissi esterni, i serramenti e le persiane, includendo anche i vari interventi di modifica del materiale oppure della tipologia degli infissi stessi.
Anche in questo caso, dal 17 febbraio 2023 non è più possibile optare per lo “sconto in fattura” o per la cessione del credito d’imposta.

Sismabonus

Il Sismabonus ordinario consente di portare in detrazione le spese sostenute per effettuare i lavori di riduzione del rischio sismico, migliorando la classe sismica dell’immobile oggetto dell’intervento. Il bonus si può richiedere fino al 31 dicembre 2024 e per le spese sostenute spetta una detrazione del 50%, che va calcolata su un ammontare massimo di 96 mila euro per unità immobiliare (per ciascun anno) e che deve essere ripartita in cinque quote annuali di pari importo. La detrazione è più elevata quando dalla realizzazione degli interventi si ottiene una riduzione del rischio sismico di 1 classe (70%) o di 2 classi (80%) e quando i lavori sono stati realizzati sulle parti comuni di edifici condominiali (sempre 80 o 85%). Infine, chi compra un immobile in un edificio demolito e ricostruito nei Comuni in zone classificate a “rischio sismico 1”, può detrarre dalle imposte una parte consistente del prezzo di acquisto (75 o 85%, fino a un massimo di 96 mila euro).

Ecobonus per finestre e climatizzatori

L’Ecobonus, la cui detrazione azbbiamo detto essere è del 50 o del 65% (massimali e percentuali di detrazione variano a seconda della tipologia di intervento), comprende tutti quei lavori che hanno lo scopo di aumentare il livello di efficienza energetica degli edifici. Dunque, anche la sostituzione di pavimenti, finestre ed infissi, l’installazione di un impianto fotovoltaico o la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale. Il bonus resterà in vigore, con questa percentuale fino alla fine del 2024; successivamente, passerà al 36% su un massimo di spesa di 48 mila euro per unità immobiliare.

Bonus per eliminare le barriere architettoniche

Per i contribuenti che effettuano interventi per eliminare le barriere architettoniche, la normativa tributaria prevede diverse tipologie di agevolazioni:
* detrazione Irpef del 50%, da calcolare su un importo massimo di 96 mila euro, se la spesa è sostenuta nel periodo compreso tra il 26 giugno 2012 e il 31 dicembre 2024, da ripartire in 10 quote annuali;
* del 36%, da calcolare su un importo massimo di 48 mila euro, per le spese effettuate dal 1° gennaio 2025.
* del 70%, prevista inizialmente solo per l’anno 2022 e prorogata al 31 dicembre 2025. va ripartita tra gli aventi diritto in 5 quote annuali di pari importo. La detrazione deve essere calcolata su un importo complessivo non superiore a:
a) 50 mila euro, per gli edifici unifamiliari o per le unità immobiliari situate all’interno di edifici plurifamiliari che siano funzionalmente indipendenti e dispongano di uno o più accessi autonomi dall’esterno;
b) 40.000 euro, moltiplicati per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio, per gli edifici composti da due a otto unità immobiliari;
c) 30 mila euro, moltiplicati per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio, per gli edifici composti da più di otto unità immobiliari.

Rientrano nella categoria degli interventi agevolati:
* quelli effettuati per l’eliminazione delle barriere architettoniche (per esempio, ascensori e montacarichi);
* i lavori eseguiti per la realizzazione di strumenti che, attraverso la comunicazione, la robotica e ogni altro mezzo tecnologico, siano idonei a favorire la mobilità interna ed esterna delle persone portatrici di handicap grave.

Bonus verde

Il Bonus verde, prorogato dalla legge di Bilancio 2022 fino a tutto il 2024, consiste in una detrazione Irpef del 36% sulle spese sostenute per i seguenti interventi:
* sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione pozzi;
* realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili.
Danno diritto all’agevolazione anche le spese di progettazione e manutenzione se connesse all’esecuzione di questi interventi.
La detrazione va ripartita in dieci quote annuali di pari importo e va calcolata su un importo massimo di 5 mila per unità immobiliare a uso abitativo. Pertanto, la detrazione massima è di 1.800 euro (36% di 5.000) per immobile.
Il pagamento delle spese deve avvenire attraverso strumenti che ne consentano la tracciabilità (per esempio, bonifico bancario o postale).
Hanno diritto all’agevolazione i contribuenti che possiedono o detengono, sulla base di un titolo idoneo, l’immobile sul quale sono effettuati gli interventi e che hanno sostenuto le relative spese. Anche i familiari conviventi di chi possiede o detiene l’immobile possono accedere al bonus verde, se ne sostengono le spese e le fatture e i bonifici sono intestati a questi soggetti.
Sono agevolabili anche le spese sostenute per interventi eseguiti sulle parti comuni esterne degli edifici condominiali, fino a un importo massimo complessivo di 5 mila euro per unità immobiliare a uso abitativo. In questo caso, ha diritto alla detrazione il singolo condomino nel limite della quota a lui imputabile a condizione che la stessa sia stata effettivamente versata al condominio entro i termini di presentazione della dichiarazione dei redditi.
La detrazione non spetta, invece, per le spese sostenute per: la manutenzione ordinaria periodica dei giardini preesistenti non connessa ad un intervento innovativo o modificativo nei termini sopra indicati i lavori in economia.

Bonus mobili

Il Bonus mobilie è una detrazione Irpef per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione. La detrazione che fino al 2023 veniva calcolata su un importo massimo di 8 mila euro ora è scesa a 5 mila euro per il 2024, comprensivo delle eventuali spese di trasporto e montaggio. La detrazione viene ripartita in dieci quote annuali di pari importo.
I pagamenti vanno effettuati con bonifico o carta di debito o credito. Non è consentito, invece, pagare con assegni bancari, contanti o altri mezzi di pagamento.
L’agevolazione del 50% della spesa sostenuta per l’arredo si applica solo al contribuente che ha usufruito della detrazione per i lavori di recupero edilizio. Se, ad esempio, un coniuge ha sostenuto le spese per la ristrutturazione e l’altro coniuge quelle per l’arredo, nessuno dei due ha diritto al bonus.

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